UN COMMENTO...
L'ARTICOLO: MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz
"...un artista che stimo molto mi disse che la più vitale esperienza a Roma nel campo dell’arte si trovava laggiù, nell’estrema periferia della città sulla Prenestina."
La periferia di Roma, una città a parte, una realtà così diversa e cosi vicina rispetto ad un centro sempre più esclusivo. La periferia è segnata da situazioni di abbandono e di degrado.
Individuare aree, posti, centri nevralgici, collegamenti è il primo passo. Viviamo in una città. Il "vuoto" con cui abbiamo a che fare, nella maggior parte dei casi, non è altro che un "rimasuglio", un spazio avanzato, una pausa da un edificio e l'latro. Ecco, avere una concezione del genere del concetto di vuoto, inevitabilmente porta a non utilizzo di quest'ultimo, ad un abbandono.
Un'altra problematica, nonostante sia una conseguenza inevitabile, è la presenza, oltre che di spazi inutilizzati, di edifici, servizi, manufatti abbandonati.
La logica utilizzata finora è stata quella di prendere vaste aree, progettarle su grande scala, spargere servizi, realizzare infrastrutture, e far nascere, quindi, nuovi quartieri e nuove periferie.
Ovviamente processi del genere, di espansione e di nuove costruzioni non portano alla risoluzione del problema, ma solo al suo "trasferimento" geografico.
E' altrettanto ovvio che la soluzione sta nel rinnovare l'esistente con l'obiettivo di sviluppare punti di interesse.
Inserire l'arte e la cultura all'interno di un edificio abbandonato è il cambiamento più forte che si possa fare: è l'innovazione vera e propria.
Paragonando l'arte ad un seme, piantarla all'interno di un terreno così ostile, innaffiarla attraverso la comunità, è capace di far nascere un qualcosa che difficilmente avrà vita breve e che facilmente può crearne altra.
"La rampa di “tree.it” zigzaga tra i pilastri di un grande capannone, ma sembra essere sempre stata lì. I bambini se la sono presa: un oggetto multitasking, un piccolo catalizzatore."
Bisogna quindi parlare di comunità: il mezzo che partendo da un disegno è capace di sviluppare l'intero progetto. L'obiettivo, in questo caso, è quello di fornire i catalizzatori.
Come nel caso di DNA serve un "Primer" da usare per dare il via al tutto: un’opera d'arte, un concerto, un laboratorio e non a caso un'adeguata organizzazione dello spazio capace di innescare questo meccanismo.
Avere a disposizione un luogo e metterlo o rimetterlo in condizione di essere utilizzato è il nostro compito ed è anche il primo passo per dare nuova vita alle periferie e rivoluzionare queste realtà così vicine e così lontane da Roma.
Commenti
Posta un commento