PARTNERSHIP AL PROGETTO
INTERVISTA Sandro Scarmiglia
“INSIDE NATURE”: UN’ACCADEMIA DI LANDART
In questa intervista ho avuto il piacere di
conoscere e parlare con Sandro Scarmiglia.
Appassionato di pittura, scultura,
scenografia ed infine di Land Art.
Alla mia domanda “cosa l’ha portato ad
avvicinarsi alla natura ed in particolare alla land art, e in cosa ha trovato
ispirazione”, mi ha raccontato che il suo interesse nasce quasi
casualmente, quando, trasferendosi in uno studio che era in precedenza
un’azienda agricola che affacciava sulla campagna, rimase stupito dal fatto che
delle rondini nidificassero all’interno di quel vecchio edificio.
Da quel momento, nasce la sua esigenza di
fare una ricerca ed uno studio sulle forme organiche, iniziando a lavorare
proprio con la terra.
Dopo essersi nuovamente trasferito nel
Viterbese, decide di trasformare l’esigenza di quelle forme, lavorando con il
cemento bianco, non rinchiudendole, però, in una “scatola architettonica”, ma
legandole con l’ambiente esterno. Creando contrasti, con colori e diversi
materiali.
Basandoci su questa affermazione il
discorso legato al contrasto è passato dal livello ambientale al livello
storico. Il parco Terra Arte, infatti, si trova in una zona che ospita diversi
siti archeologici, e numerose opere di età etrusca, allo stesso modo, il
progetto dell’accademia si trova a Roma: una città stratificata. E’ nato,
quindi, spontaneo chiedere: “In che modo la realizzazione di opere di
LandArt potrebbe riprendere, rileggere e trasformare questo concetto? C’è una
continua evoluzione, per cui l’opera contemporanea può essere affiancata a
quella archeologica, oppure entra in contrasto?” Secondo l’artista possono verificarsi
entrambe le possibilità: confrontarsi con gli elementi storici è sempre una
sfida, però allo stesso tempo vanno anche superate creando, magari, un
percorso, un passaggio tra la storia e la presenza contemporanea in modo
“organico”.
Parlando più nel particolare del progetto
“Terra Arte” è stato interessante capire come nasce l’idea di questo parco e
in che modo viene alimentato e diffuso. Infatti, ha spiegato, il parco
nasce in modo molto casuale in seguito al primo Lockdown. Nasce per evitare di
fare una “mostra su di me a casa mia”, una mostra autocelebrativa, invitando,
quindi, diversi artisti e organizzando numerosi eventi, diventando, poi, una
vera e propria proposta culturale gestita e curata interamente da Sandro
Scarmiglia.
Aggiunge che la parte più bella di questo
progetto, nato in maniera casuale, è stata la creazione di questa sinergia con
ogni artista invitato, questo flusso di positività che genera idee creative e
propositive. La diffusione del progetto avviene principalmente tramite i
social, ma anche tramite le istituzioni che promuovo iniziative e forniscono
fondi per la loro organizzazione. I residenti e i cittadini offrono i loro
mezzi, ma è comunque un aiuto reciproco: un progetto del genere aiuta ed educa
l’intero territorio.
Affrontando un discorso più pratico, alla
mia domanda: “Quali sono le attività e di conseguenza gli spazi
indispensabili all’interno, ma anche all’esterno di un’accademia di LandArt?”,
Sandro risponde proponendo la realizzazione di laboratori sia per bambini che
per adulti, aule attrezzate e spazi di lavoro condiviso. Per quanto riguarda la
parte esterna, importante, per entrambi, sarebbe la progettazione di un
giardino botanico per aumentare la conoscenza dell’ambiente in cui ci troviamo
e per la sua salvaguardia. La predisposizione di questo giardino è stata poi
messa in relazione alle strategie idriche.
Interessante è stata anche la discussione
sulle residenze presenti nell’accademia, considerate utili per studenti,
professori, ma anche artisti stranieri, in moda tale da permettere a tutti loro
un’immersione totale nell’ambiente e nei processi creativi.
INTERVISTA AD ANDREA T. BARBIERO: Land Artist https://www.andreaturbobarbiero.com/
- Come definiresti la LandArt?
Un'etichetta per descrivere una pratica artistica che è
molto di più che una pratica: è un contesto che ti proporziona materiale,
utensili, luogo, spettatori e tutto quello che c’è di bisogno….. difficile da
definire forse, disarmante perfezione……?
E’ un’arte che usa materiali che provengono tutti dalla
natura, almeno nel loro stato primordiale, di conseguenza tutto è prodotto
della e dalla terra.
- Come nasce il tuo interesse per la LandArt?
Nasce per questioni
di necessità, mi trovavo con molto materiale immagazzinato che era destinato ad
un progetto site-specific ; ma il progetto venne annullato 2 giorni prima del
lockdown “ marzo 2020”. Per necessità misi in pratica il materiale per creare
un’opera che mi serviva da scenografia per presentare le mie opere sul web “
vedi , SPAZO Q-19”. Link:
https://www.youtube.com/watch?v=qOeN_dWWZjc&t=44s
- Dove o in cosa trovi ispirazione?
L’ispirazione nasce
da una miscela di 4 fattori; Dall’interiorità che molte volte si presenta in
stati di dormiveglia o meditativi, in secondo fattore è dalla quotidianità
degli umani “ periodo in cui si vive cioè il presente tendenziale ”. Fattore 3
l’impalcatura come oggetto d’uso, quindi la sostenibilità, l’auto sostegno,
crescita e ristrutturazione. 4 il bamboo che è un materiale con le
caratteristiche nobili; elasticità, resilienza, flessibilità, durezza,
resistenza ecc ecc…
-L’elemento che forse più caratterizza questo tipo di
arte è l’ambiente: tramite esso avviene sia l’ispirazione che la ricerca e la
raccolta del materiale da usare. Un’accademia di Land-Art deve unirsi al suolo
che la ospita? Deve confondersi con la natura? Non può, invece, essere
considerata come la spezzata, la linea, l’edificio a zig-zag che riunisce e
ricuce una faglia, uno strappo nel terreno, un’invasione, una rottura simbolo
dell’attuale rapporto frammentato tra uomo e natura? Cosa ne pensi a riguardo?
Considerando che la
natura serve perché l’umano e gli altri regni esistano e sussistano; l’elemento
luogo esiste già ed è tutto intorno. Quindi penso che l’ideale sarebbe un luogo
dove la stessa infrastruttura sia tecnologicamente naturale senza impianti invasivi impostati sulla comodità, un luogo dove l’idea di
scuola-infrastruttura come la conosciamo non ci sia. Bastano un tetto, la luce,
e una fontana d’acqua nel mezzo del complesso, se fa freddo ci si veste e se fa
caldo ci si scopre, chiaramente non parlo di un parco sotto a degli alberi ma
qualcosa di vero in connessione con gli elementi, e chiaro che agli inizi sarà
una via di mezzo che nel passo dei tempi si modifica in base alle necessità
simbiotica con la natura.
-Quali sono, a tuo parere, le attività e di conseguenza
gli spazi indispensabili all’interno di un’accademia di LandArt?
Le attività possono essere tutte quelle che si svolgono in
una normale accademia d’arte e di più. Dalla danza alla scultura o pittura,
musica…. Cioè tutte le forme d’arte espressive. Fondamentale è la scelta del
luogo in cui far nascere l’accademia, fondamentale è la sua immersione o
vicinanza con la natura.
- Una delle
caratteristiche della LandArt è la temporaneità. Il progetto prevede anche la
realizzazione di una galleria espositiva: uno spazio dedicato alla mostra
permanente delle opere di piccole dimensioni e alla proiezione di performance
visive. Potrebbe questo essere un modo per avvicinare a questo nuovo tipo di
arte i residenti del quartiere e visitatori esterni?
Certo ne sono
convinto. La connessione del luogo deve essere intra-connessa con una sorta di
galleria o spazio espositivo dimostrativo costante, dove si crea e si espone,
dovrebbe essere come una fucina multi funzionale: sperimentazione/ricerca,
domanda, produzione esposizione. Offerta, vendita, commissione. Per creare un
circolo di funzionalità e auto sostenibilità, così che l’iscrizione e la
fruibilità per gli studenti sia auto sovvenzionata.
- Ci troviamo a Roma, in una delle città d’arte più
ricche al mondo, arte che si manifesta tramite numerose stratificazioni. In che
modo la realizzazione di opere di LandArt potrebbe riprendere, rileggere e
trasformare questo concetto?
Il futuro non è sicuramente la città, per cui creare una via
di segnalazione artistico-praticaculturale e concettuale di avvicinamento alla
natura è fondamentale. Per esempio un individuo non può dire che ama la natura
perché è bella! Non basta, deve per obbligazione esperienziale averne un
contatto diretto “ sporcarsi le mani”. Quindi si tratta di transizione, le
opere di Land Art in un inizio dovrebbero trasportare l’interlocutore nella
natura in maniera sensitiva e poi fisica, creando opere in sito ed esporle in
luoghi nel paesaggio urbano per uno scopo transitorio che ripeto porti alla
sensibilità richiesta.
- Siamo in un momento storico in cui è doveroso parlare
di una grande problematica che è quella del clima, collegata poi alla
sostenibilità ambientale. La diffusione di questa corrente artistica, la
produzione di opere sostenibili, la sensibilizzazione ed il coinvolgimento
possono essere considerate una risorsa utile all’ambiente e a questa lotta?
La Land Art che si chiamava Earth works, non nasce come una
corrente di rispetto ambientale anzi, proprio non era considerato questo
fattore, lo è diventato dopo, quasi con il movimento newage …
L’eco arte sta nascendo ora perché c’è richiesta di
rappresentazione artistica: se si nota anche nelle maggiori gallerie che
propongono molti temi che fanno referenza alla natura, cambio climatico,
animali eccetera; Direi che alla fine
dei conti la Land Art è sicuramente uno
strumento per la sensibilizzazione, ma non quello fondamentale alla lotta
contro il cambiamento climatico.
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